giovedì 3 novembre 2016

Dischi volanti… Ma perché proprio dischi e non cubi?

Se osserviamo la forma degli oggetti volanti costruiti da noi esseri umani ci accorgiamo che anche quelli realizzati con le più avanzate tecnologie non hanno forma di disco.
A questo punto c’è da chiedersi come mai molti sono convinti che ipotetici viaggiatori alieni usino proprio dei dischi.
Per capire dobbiamo cercare chi è che ha coniato questo termine: “dischi volanti”. Fin dall'albore dei tempi ci sono state persone che vedono per aria oggetti che non riescono ad identificare, questi sono definiti appunto Oggetti Volanti Non Identificati = OVNI (detto in inglese: Unidentified Flying Object = UFO). Tecnicamente lo sono tutti gli oggetti che stanno per aria e dal punto di vista dell’osservatore non si riescono a riconoscere.
Ma questi oggetti non sono sempre stati dischi, ufficialmente si è iniziato a parlare di dischi volanti il 24 Giugno 1947 e da allora non c’è stato verso di toglierceli dai coglioni.
Proprio quel giorno un tale Kennet Arnold stava volando con il suo aereo privato sopra lo stato di Washington alla ricerca di un aereo militare scomparso, ma ad un certo punto avvista qualcosa di strano nel cielo. Vede 9 strani oggetti luminosi che riflettono ad intermittenza la luce del sole, calcola che hanno un grandezza di circa 30 metri, una quota di 3000 metri e che si muovono in formazione ad una velocità che stima essere molto elevata, troppo elevata per essere aerei. E fa tutto ciò ad occhio mahhhhh!
Quando atterra racconta quello che aveva osservato a degli amici e tra questi sono presenti anche dei giornalisti per avere notizie dell’aereo scomparso, Arnold nel descrivere come si muovevano questi oggetti usò una similitudine dicendo che “il loro moto era irregolare come un piattino fatto saltare sull'acqua”, come si fa con i sassi che se si lanciano nel giusto modo sul pelo dell’acqua rimbalzano più volte.
I giornalisti come sempre tendono a sintetizzare le notizie e così uno di loro nel suo articolo scrisse che si trattava di dischi volanti, termine che invece Arnold non usò mai ma usò invece il termine “saucers” (piattini) per descriverne il movimento non la forma.
Da quel momento gli avvistatori di UFO o OVNI che vogliate hanno iniziato a vedere dischi volanti grazie ad una sofisticazione giornalistica e ad ogni avvistamento i giornali pubblicavano subito la notizia parlando di dischi senza fare nessuna verifica prima e così il fenomeno si autoalimentò.
Negli anni sessanta un certo Ted Bloecher fece una ricerca analizzando 142 quotidiani nord americani (il solo 2% di tutti gli Stati Uniti) scoprendo che tra il giugno ed il luglio del 1947 ci furono 850 avvistamenti di UFO. Intendiamoci molti avvistamenti erano semplicemente finti ma nel 1951 l’ufficio per le ricerche marine fece l’ipotesi che alcuni avvistamenti potevano essere collegati ai palloni sonda, i cosiddetti SkyHook, che guarda caso avevano tutte le caratteristiche per essere scambiati per strani oggetti non identificati e i primi furono lanciati proprio nel 1947. Questi in determinate circostanze possono raggiungere velocità elevate, volando molto in alto possono luccicare anche dopo il tramonto e la strumentazione di bordo se illuminata in un certo modo può dare l’effetto scia di fuoco, inoltre se vogliamo dirla tutta visti nella giusta prospettiva possono assomigliare a dei dischi.
Comunque sia lentamente ma inesorabilmente nell'immaginario collettivo ci si è fatta l’idea dei dischi volanti, sia il cinema e la letteratura hanno speculato sul “saucer” di Arnold e qualche simpaticone si è divertito più volte a ritoccare foto e video.



Una cosa è certa, Arnold non era in piena digestione di verdure giamaicane quando fece il suo avvistamento, infatti a quanto pare un certo fred Johnson vide da terra la stessa cosa che vide Arnold nello stesso posto, più o meno alla stessa ora. Questo avvistamento infatti ad oggi è ancora inserito nella lista dei casi non chiariti, cioè non c’è ad esso una spiegazione chiara ed accettabile. Questo anche perché esistono solo le testimonianze oculari, non ci sono immagini che possano oggi dirci cosa stavano vedendo.

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