lunedì 5 gennaio 2009

Caccia allo spacciatore

E’ curiosamente strano che quando qualcuno muore per droga, specialmente se giovane o famoso, la responsabilità non sia mai oggettiva. La colpa è sempre dello spacciatore alias mercante di morte.
Già non vende di sicuro aspirine, però di certo non ci è ordinato dal medico di infilarci nel corpo merda sottoforma di polvere, pastiglie, fumo o altro. Però lo facciamo ugualmente, e se poi abbiamo qualche problema la colpa non è nostra che l’abbiamo presa ma di chi ce l’ha venduta.
Allora se ci schiantiamo con l’auto perché cotti duri la colpa non è nostra ma di chi ci ha venduto gli alcolici.
I kamikaze che si fanno allegramente saltare per aria in un mercato… chiaro! La colpa è di chi produce armi ed esplosivi.
Azzz! Peccato non si possa fare un discorso analogo per chi produce e spaccia legalmente tabacco sotto forma di sigarette. Sul pacchetto è scritto che fanno male e quindi loro si sono parati il culo e il resto sono solo cazzi tuoi.
Che bella idea, scriviamolo anche sugli alcolici, sugli esplosivi, sulle droghe che nuocciono gravemente alla salute. Magari poi quando succede che una ragazzina in cerca di nuove esperienze, di nuove emozioni appende le scarpe al chiodo faremo a meno di dare la caccia ai fantasmi ma rifletteremo su quanto è assurda e sporca la società in cui viviamo.

Queste non sono altre storie ma bensì le solite storie.
Abbiamo creato i demoni ma non riusciamo e forse non vogliamo combatterli. Ma voler credere che la responsabilità di una morte per droga sia del pusher e non della società non solo è stupido ma anche da incoscienti. Si minimizza il problema e non pensiamo che se esiste il pusher è perché esiste una certa richiesta da parte nostra di sostanze stupefacenti. Quel tipo di atteggiamento va bene per i genitori della vittima, che hanno bisogno di qualcuno su cui puntare l’indice sia nel caso che il drogato in questione sia una ragazzina di 16 anni o un campione del ciclismo.
Gli stessi genitori che lasciano andare il figli in ferie in Olanda volendo pensare che vadano a visitare il museo Van Gogh, che pensano che i loro ragazzi quando vanno in discoteca bevano cocacola e se prendono qualche pastiglia è per via del mal di testa, gli stessi genitori che quando il figlio rientra a caso ubriaco la colpa è degli amici che lo hanno fatto bere a sua insaputa.

Per concludere vorrei raccontare che qualche tempo fa vidi un documentario sulla Colombia, laggiù la coltivazione della coca non solo è legale e controllata ma nella loro cultura è una pianta da orto come può essere da noi la lattuga. Il problema è che il colombiano consuma la foglia della coca non la cocaina. Infatti intervistando un pinco pallo qualsiasi puntualizzava che se dalla coca si produce cocaina è perché negli stati ricchi occidentali vi è una forte richiesta per essa poi se il consumo di questa crea qualche problema, beh sono cazzi vostri.