domenica 16 giugno 2013

Ritorno alla Lira, siamo sicuri di volerlo?

Dieci punti attraverso i quali non auspico un ritorno alla Lira.

1 - Partiamo da un ipotetico mondo senza moneta. Un prestito avrebbe per oggetto uno o più beni
materiali. Ad esempio io presto a Tizio un chilo di pane e Tizio si impegna restituirmene un chilo e
mezzo dopo cinque anni.

2 - A questo punto se introduciamo il denaro e il pane costasse un euro al chilo, il prestito
potrebbe essere denominato in valuta: io presto un euro a Tizio il quale va a comprarsi il pane e mi
restituisce un euro e mezzo tra cinque anni. Fin qui siamo a livello di esercizio da terza
elementare.

3 - Il punto cruciale però è quanto pane potrò comprare tra cinque anni con un euro e mezzo. Se il
potere di acquisto della moneta non cambia, sia per il creditore che per il debitore è indifferente
se il prestito viene denominato in chili di pane o in euro. Ma se tra cinque anni per comprare un
chilo di pane avrò bisogno di due euro ecco che ho ottenuto quella che si chiama inflazione. Nota,
l’istituzione chiamata a garantire il potere di acquisto della moneta è la banca centrale.

4 - Cosa succede allora se la banca centrale è un carrozzone controllato da un ministro delle Finanze
appositamente messo li da cosche, caste o clientele ed il maggior debitore è proprio il Governo di
cui ministro e ministero fanno parte.

5 - Un debitore indigente o addirittura in malafede ha interesse a ripagare il meno possibile di
quanto preso a prestito, rinnegando l’impegno. Di conseguenza, ovviamente l’unico modo per farlo è
quello di rifiutarsi di restituire il denaro o restituire meno dell'euro e mezzo promesso. Nel nostro
linguaggio comune ciò si definisce fregatura, volendo si ricorre a termini anche meno educati e sui
quali non mi dilungo. In linguaggio giuridico si chiama fallimento, bancarotta o default (espressione
anglofonica che va tanto di moda in questi tempi). Chiedere ragguagli a chi aveva comprato bond
argentini.

6 - Il fatto che però viviamo nel mondo reale (quello dove esiste la moneta) da l'opportunità di
avere un altro modo per fregare il creditore, soprattutto se il debitore si chiama Governo ed ha il
controllo dell’emissione di moneta. Il metodo è ben noto ed è stato sperimentato ed attuato per
secoli. Invece di emettere un euro per ogni chilo di pane prodotto nell’economia, il Governo ne
stampa due, tre, cinque o dieci a seconda del grado di latrocinio che intende perpetrare.
Faccio un esempio: Se ad un certo punto il Governo decide di emettere due euro per ogni chilo di pane
prodotto nell’economia, dopo tre anni formalmente ripaga il dovuto con un euro e mezzo, ma il
creditore adesso compra solo 750 grammi di pane, invece del chilo e mezzo che legittimamente si
aspettava. Usando la stampa di moneta il Governo gli ha rubato interessi e capitale ed ecco che
l'inflazione va alle stelle.

7 - Quando la maggior parte della gente asserisce che un paese con sovranità monetaria non fallisce,
in realtà dice un’assurdità. Perché è vero che il Governo restituisce quanto formalmente pattuito in
termini monetari, solo che poi ci si ritrova con banconote che hanno perso il loro potere d'acquisto
e tendono a somigliare più a carta straccia per non dire peggio. Questo equivale ad una bancarotta di
cui la gente è la vittima. Insomma in regime di sovranità monetaria in pratica l'inflazione misura il grado di fallimento di uno stato.

8 - I Governi italiani avevano una lunga tradizione di latrocini perpetrati ai danni dei risparmiatori sin dalla Prima Guerra Mondiale (ma anche da prima se consideriamo lo scandalo della Banca Romana) attraverso l’inflazione che bruciò risparmi su risparmi. Attenzione la cosa non è da sottovalutare perché in termini storici questa è stata la causa principale e maggiormente disconosciuta dell'ascesa del fascismo in Italia.
Se ne deduce che introducendo l'euro e quindi aver sottratto ai politici la sovranità monetaria ha
annullato la licenza di rubare attraverso lo strumento dell'inflazione su scala massiccia per sé, per
i propri accoliti e per i vari picciotti del voto di scambio. E' indiscutibile che entrare nella moneta unica è stata una decisione a garanzia del risparmiatore contro un potere dispotico che intendesse espropriare i sudditi con l’inganno (nei tempi antichi i sovrani facevano lo stesso cambiando il peso delle monete auree o argentee).

9 - Quelli che oggi lamentano la mancanza di sovranità monetaria a loro insaputa e buona fede
diventano complici di chi vorrebbe restaurare il latrocinio legalizzato attraverso una banca centrale
sotto controllo politico a cui verrà affidata la regia dell’esproprio di massa.
Ed ora, Cosa succederebbe se si tornasse alla vecchia amata lira?
Probabilmente chi ha prestato i soldi o chi è creditore dal governo italiano ne vedrebbe
volatilizzata una buona parte. Attenzione su questo punto perché i creditori non sono i fantomatici
mercati, le borse che sentiamo nominare in tv. Il mercato è il luogo dove si svolgono solamente le
transazioni, ma non il forziere dove si accumulano le fortune dei ricchi, come qualcuno crede. Li non
c'è nulla e se pensate di tirare fuori del grano da li siete davvero troppo ingenui.
I creditori siamo noi, sono i cittadini italiani normali. Finanziamo i mercati direttamente acquistando Bot Btp e Cct o investendo piccole somme in borsa, oppure indirettamente attraverso fondi comuni che fanno capo ai nostri risparmi, ai nostri conti correnti ai nostri libretti postali.
I creditori sono anche banche che a loro volta sono debitrici di chi ha un conto presso di loro. Le banche sono semplici intermediari che hanno sperperato denaro in investimenti ed è chiaro che non sono in possesso nemmeno lontanamente di capitali sufficienti a sostenere le perdite sui propri attivi conseguenti ad un eventuale ritorno alla lira.

In poche parole tornando alla lira intanto scordatevi del fantomatico cambio a 1936,27, dovete fare i conti con 13 anni di svalutazione che lo stato non è riuscito ad inflazionare stampando più carta moneta. Inoltre quando lo Stato rischia di fallire, visto che rubacchia molti soldi anche alle banche che hanno prestato (spesso perché costrette) i vostri soldini a loro affidati, quando andrete allo sportello o al bancomat rischiate che i vostri soldini non ci siano più. A quel punto un solerte banchiere vi dirà che non hanno liquidità e di rivolgervi al ministro delle Finanze il quale o allargherà le braccia o vi farà il gesto dell’ombrello, magari in diretta TV o in streaming web visto che va di moda.

10 - Tranquilli, anche quelli come me che non hanno comprato Bot Btp e Cct, non si illudano di essere immuni perché tanto  comunque hanno una bella e affilata spada di Saccomanni sulla testa (Saccomanni tanto per chiarezza è il nostro Ministro dell'economia e delle finanze).
Infatti come hanno scoperto recentemente a Cipro a vostra insaputa avete un co-intestatario del conto, che di nome fa Repubblica e di cognome Italiana.
Ciascuno di noi, che vi piaccia o meno, che vogliate o meno è responsabile a tutti gli effetti dei  debiti del co-intestatario. Il modo che si profila, cioè la grande idea per pagare i debiti del vostro co-intestatario è quello di convertire durante la notte (come fanno i ladri) il vostro conto corrente (e tutti i vostri risparmi) in lirette in modo che quando vi svegliate sarete forse ancora padroni del pigiama e delle lenzuola, forse anche del materasso ma di certo di ben poco altro e che a breve vi toccherà impegnare.

Il resto? Chiaramente se ne sarà appropriato, nottetempo, il vostro co-intestatario.

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